Introduzione a McCarthy
di Vincenzo Lomuscio
Collana Accènti, n. 31
ISBN 9791256090396
2024
pp. 256
Dai romanzi appalachiani a quelli western, dai testi teatrali alle sceneggiature, fino al misterioso dittico finale di Il passeggero e Stella Maris.
PROFILO DELL’OPERA
Dai romanzi appalachiani a quelli western, dai testi teatrali alle sceneggiature, fino al misterioso dittico finale di Il passeggero e Stella Maris, l’opera di Cormac McCarthy è ormai un classico della letteratura americana contemporanea, capace di incidere nell’immaginario comune con personaggi iconici e dai tratti epici, dal giudice Holden ad Anton Chigurh, da Buddy Suttree a John Grady Cole. E se la bibliografia della critica è già sterminata, non vi è affatto unanimità sul senso sotteso alla sua scrittura, capace di sollevare questioni esistenziali e metafisiche mai ricomponibili in maniera organica, in una tensione di punti di vista e possibilità di lettura contrapposte. Che le vicende narrate vogliano dimostrare che non c’è nessun dio o che la grazia e la bellezza sorgono proprio dal nostro destino di cenere, o addirittura nascondano una dottrina gnostica o una filosofia platonica, tutto questo è rimesso al lettore. Il presente lavoro vuole fornire un’introduzione all’opera di McCarthy, ai suoi romanzi e alle sue opere minori, per poi passare in rassegna le principali interpretazioni critiche e provare a fornire un’inedita ipotesi di lettura.
L’AUTORE
Vincenzo Lomuscio (1981) è dottore di ricerca in filosofia e storia della filosofia. I suoi studi vertono soprattutto sulla metafisica continentale e sui suoi sviluppi nella filosofia contemporanea, in particolare rispetto alla filosofia del tempo, alla fenomenologia e alla teologia. Tra le sue pubblicazioni La fondazione metafisica in Hans Urs von Balthasar (Lugano-Siena 2023).
RECENSIONI
MATERIALI