La parola all’ulivo

di Lino Angiuli

Collana LEBELLEPAGINE, n. 31
ISBN 9791256090815

2025

pp. 144 (di cui 16 illustrate in BN)

È ora di dar voce all’ulivo, per un ricollocamento dell’umano nell’umile appartenenza alla natura.

PROFILO DELL’OPERA

All’incrocio tra l’opzione “post-rurale”, da tempo dichiarata, e il suo “Vegetalesimo”, intensamente frequentato e teorizzato, il poeta de La parola l’ulivo (1965 1975) chiude il cerchio con un originale monologo che ha per protagonista uno dei suoi totem onnipresenti, l’ulivo, portabandiera della sua visione del mondo e stemma di una poetica coerentemente praticata in oltre mezzo secolo di produzione creativa. Il “grande ritorno” è servito, grazie all’ibridazione linguistica e al meticciato espressivo praticati – per ragioni non folcloristiche ma antropologiche – da un autore che ama definirsi “madrelingua dialettale” e che ha guadagnato da tempo una «terza lingua» (Pegorari) fatta di scrittura e oralità. Al discorso, ben evidenziato dalla postfazione di Achille Chillà, aderisce pienamente il commento iconografico di Giuseppe Di Palma, realizzato mediante un’attenta e scarnificante utilizzazione del bianco/nero.

AUTORI

Lino Angiuli (1946) è nato e vive in Terra di Bari dove, come Dirigente regionale, ha diretto un Centro di Servizi culturali e curato collane editoriali di carattere territoriale. La sua produzione poetica, in lingua italiana e dialettale, trattata anche nell’ambito di enciclopedie, è stata oggetto di tesi di laurea e di corsi accademici. Ha anche pubblicato libri di racconti e di critica letteraria, e curato volumi dedicati alla salvaguardia del patrimonio demo-antropologico. Collaboratore dei servizi culturali della Rai e di Quotidiani, ha contribuito a fondare alcune riviste letterarie, tra le quali il semestrale «incroci», che codirige da 25 anni per l’editore Adda. Tra le curatele: tre antologie della poesia europea e una della poesia mediterranea. Per le Edizioni di Pagina ha pubblicato Viacrucis terraterra (2017), Racconti del camerone (2020), Poesie vegetali / Green Poems (2021).

Giuseppe Di Palma (1953), vive a Monopoli, dove, da architetto, ha lavorato per diversi anni nel ruolo di responsabile del Settore dei Beni e delle Attività culturali dell’Amministrazione comunale. Ha praticato a lungo la ricerca fotografica come strumento di riflessione sul recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale. Presente in diverse manifestazioni espositive, è autore di apprezzati corredi iconografici nell’ambito di alcune pubblicazioni edite in Puglia.


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