Archivio di etnografia

2/2023

Collana Archivio di Etnografia
ISBN 9791256090532

2025

pp. 176

Rivista del Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DiCEM) dell’Università degli Studi della Basilicata.

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ISSN 1826-9125

CONTENUTI DEL N. 2/2023:

Il fascicolo n. 2/2023 dell’«Archivio di Etnografia» si apre, nella sezione “Saggi”, con un testo di Leone Contini, il quale, con una sensibilità a cavallo tra arte e antropologia, ci guida nelle stanze – quelle reali e quelle delle memorie sepolte – delle collezioni dell’ex Museo Coloniale di Roma, oggi in carico al Museo delle Civiltà. A seguire, per la rubrica “Dialoghi”, Cristina Pantellaro sollecita Antonino Colajanni a condividere e discutere le prospettive e le esperienze che ha accumulato, nell’accademia e sul terreno, nel corso della sua lunga e produttiva carriera, prestando particolare attenzione al nodo cruciale del rapporto tra metodologia ed epistemologia nelle discipline demoetnoantropologiche. Il testo di Settimio Adriani pubblicato nella sezione “Repertori” è centrato sul Carnevale, quello di Fiamignano (RI), che non è più festeggiato e di cui l’autore ha recuperato e ci restituisce le memorie. Nella rubrica “Sequenze”, le immagini di Alvise Crovato e il testo di Sandra Ferracuti danno conto delle diverse forme di ricerca, politica e comunità che s’incontrano attualmente nelle performance carnevalesche di Satriano di Lucania (PZ). La rubrica “Retrospettive”, con un’introduzione di Ferdinando Mirizzi, ospita un testo di Vincenzo Spera sullo stesso paese lucano, pubblicato per la prima volta nel 1982. Spera fu il primo a documentare ed esplorare con taglio antropologico-culturale il Carnevale di Satriano di Lucania. Nella rubrica “Taccuini”, infine, Claudia Augustat illustra la portata, in termini di consapevolezza postcoloniale e di pratiche innovative, di una serie di progetti finanziati dalla Commissione Europea e dedicati al dialogo e alla sperimentazione a partire dalle collezioni e gli allestimenti nei musei etnologici europei. A seguire, nella stessa rubrica, Sara Cozzani riflette sulla propria esperienza di tirocinio al Musée d’Ethnographie de Neuchâtel mettendo a sua volta in luce la portata trasformativa di una misura della Commissione Europea, in questo caso quella del programma “Erasmus+” (ex “Leonardo da Vinci”).


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