I vestiti di Cenerentola

e altre confezioni in antropologia

di Eugenio Imbriani

Collana Etnografie, n. 7
ISBN 978-88-7470-144-5

2011

pp. 120

Le tradizioni, a un certo punto, si ‘inventano’: spesso è il presente che elabora, manipola le consuetudini e il retaggio del passato.

PROFILO DELL’OPERA

L’esperienza di ciò che è consueto, l’affidarsi al senso comune, l’adesione a modelli proposti dalle politiche aiutano a leggere la vita sociale e ad orientarsi in un mondo noto, seguendo comportamenti generalmente acquisiti, condivisi, e funzionano come dispositivi di controllo della varietà, del dinamismo delle pratiche, delle trasformazioni. Il libro vuole studiare questi meccanismi cercandoli nelle azioni concrete, vuole occuparsi della molteplicità delle vite, di uomini e cose, del riuso di idee, temi artistici, oggetti: è un libro sul ruolo che svolge l’etnografia nell’indagare sulle incostanze e sugli interventi che tentano di dar loro forma, su Cenerentola che si cambia d’abito e diventa un’altra persona.

AUTORE

Eugenio Imbriani insegna Antropologia culturale nell’Università del Salento. I suoi interessi e la sua attività di ricerca sono orientati allo studio del folklore, ai temi della cultura popolare, della scrittura etnografica, ai rapporti tra memoria e oblio nella produzione dei patrimoni culturali e dei discorsi sulle identità locali. Ha prodotto numerose pubblicazioni; tra le più importanti ricordiamo: La scrittura infinita. L’antropologia tra racconto e oblio (2002), Dimenticare. L’oblio come pratica culturale (2004), Danze di corteggiamento e di sfida nel mondo globalizzato (con Pietro Fumarola, 2006). Per le Edizioni di Pagina ha pubblicato La sarta di Proust. Antropologia e confezioni (2008).


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