Narrazioni

3/2013

ISBN 978-88-7470-252-7

Direttore responsabile: Vito Santoro

2013

pp. 148

Rivista semestrale di autori, libri ed eterotopie

«La scrittura è la mia voce». Ad Antonio Tabucchi, un anno dopo.

NEL NUMERO 3/2013

Speciale Tabucchi. Nel marzo dello scorso anno se ne andava Antonio Tabucchi. Senza tanti clamori, come l’anziano Pereira del suo celebre romanzo, sempre in bilico fra una vita appartata e gli slanci di una possibile trincea. Tabucchi è sempre stato qualcosa al di là del romanziere di professione, ben prima che alle nostre latitudini ci si abituasse a certi scleroticismi. Gli dobbiamo un fruttuoso lavorìo sul romanzo dopo la neoavanguardia: vennero Piazza d’Italia e un nuovo desiderio di “porre figure” e di trovar loro la morte; venne un narratore postmoderno senza il vanto dell'etichetta; vennero Pessoa, Lisbona e quello spirito “finisterrino” tanto più acuto quanto più netta era la percezione di un’Italia votata ad un’irresistibile parodia di sé. Forse non è più tempo di intellettuali e il bisogno di magisteri si perde in un vuoto candore, ma un anno dopo Tabucchi ci appare ancora un temerario della “conoscenza obliqua e laterale”. Saggi di Marianna Comitangelo, Eleonora Conti, Antonio R. Daniele, Serena Di Lecce, Anna Dolfi, Stefano Lazzarin, Giuseppe Panella, Nives Trentini.

Narrazioni italiane. Demetrio Paolin riflette sui modi con cui la letteratura ha testimoniato l’orrore assoluto del nazismo, dalle opere di Primo Levi fino ai romanzi degli ultimi anni. Giuseppe Panella ci offre il ritratto critico di una delle autrici più singolari del noir italiano, Marilù Oliva. Francesca Giglio analizza Resistere non serve a niente di Walter Siti e intervista Edoardo Albinati. Giulia De Vincenzo chiede ad Antonio Scurati quale debba essere il ruolo dello scrittore nella “società della cronaca”.

Lavoro critico. Giuseppe Giglio ci parla dell’amicizia ‘a distanza’ tra Anna Maria Ortese e Leonardo Sciascia. Domenico Calcaterra analizza i racconti postumi di Vincenzo Consolo, mentre Jole Silvia Imbornone si sofferma sulla corporalità nel teatro di Pier Paolo Pasolini.

Letture. Recensioni e schede di Giuseppe Giglio, Marco Marsigliano, Massimo Migliorati, Giulia Sangiorgio, Vito Santoro, Francesco Sasso.


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