Vienna e la Duse (1892-1909)
di Sonia Bellavia
Collana Visioni teatrali, n. 9
ISBN 9788874705962
2018
pp. 216
«Vienna mi ha scoperta», dirà la Duse nel 1899. La nascita di una stella internazionale nella “città teatrale” per eccellenza.
PROFILO DELL’OPERA
L’incontro tra Eleonora Duse e la Vienna fin de siècle rappresenta uno degli eventi più interessanti nella storia del teatro europeo fra Otto e Novecento. Attraverso il tratteggio del contesto teatrale e culturale della capitale asburgica, il libro si propone di fare luce sulla natura del dialogo intenso tra l’artista italiana e la città che ne ha ospitato le tournée, tra il 1892 e il 1909. Se da una parte l’affermazione della Duse sui palcoscenici di Vienna ha svolto un ruolo cardine per il consolidamento della sua fama internazionale, ha stimolato dall’altra, nei fautori del cosiddetto “moderno viennese”, riflessioni destinate a contribuire in modo tutt’altro che secondario al profilarsi di una nuova concezione dell’arte dell’attore; di uno stile recitativo “autentico”, che fosse in grado di costituire un’alternativa tanto al pathos artificioso della recitazione tardoromantica, quanto allo stile sentito come “falsamente vero” del teatro naturalistico. Il saggio segue e illustra le fasi di questo scambio reciproco, al crocevia della modernità.
AUTRICE
Sonia Bellavia insegna Discipline dello Spettacolo presso il Dipartimento di Studi Greco-Latini, Italiani e Scenico-Musicali dell’Università di Roma Sapienza. I suoi studi vertono principalmente sul teatro italiano e tedesco dei secoli XVIII e XIX, con particolare attenzione alle problematiche inerenti l’attore e la recitazione. È autrice de La Voce del Gesto. Le tournée shake- speariane di Ernesto Rossi sulla scena tedesca; L’Ombra di Lear. Il Re Lear di Shakespeare e il teatro italiano (1858-1995); La lezione di Friedrich Ludwig Schröder. Lo sviluppo della recitazione realistica nella Germania del secondo Settecento. Tra i suoi articoli e saggi si ricordano: Die Kunst des Übergangs. Eleonora Duse; Laube et Dingelstedt au Burgtheater de Vienne; e Hermann Bahr e l’evoluzione dell’estetica tedesca della recitazione fra Ottocento e Novecento.
RECENSIONI