Drammaturgie dello sguardo

Studi di iconografia dello spettacolo

di Silvia Mei

Collana Duepunti, n. 66
ISBN 978-88-7470-748-5

2020

pp. XXXII-152, più un inserto di 16 pp. con illustrazioni B/N

Questo volume si offre come proposta di una teatrologia visuale in cui l’approccio storico dialoghi con quello culturologico delle moderne teorie dell’immagine.

PROFILO DELL’OPERA

Cosa unisce Mina Mazzini e Yvette Guilbert, Lucio Ridenti e Leo de Berardinis, Aby Warburg e Terayama Shuji a tutti gli altri artisti teatrali di cui si parla in questo libro, come Anna Pavlova, Eleonora Duse e Romeo Castellucci? Non c’è un motivo unico ma molti richiami interni, fili e tracce di un racconto ininterrotto che attraversa cronologicamente tempi, fatti e oggetti differenti, seppur riconducibili a un medesimo ambito che è quello del teatro o, più ampiamente, dello spettacolo. Attraverso re-visioni poco ortodosse di fenomeni anche molto noti, i dieci studi qui proposti cercano nuove modalità di approcciare il documento figurativo quale fonte per la storia del teatro, dove l’iconografia è praticata in primo luogo come un sentimento verso l’immagine, una cultura del visivo che concili scienza, metodo e immaginazione. 

L’AUTRICE

Silvia Mei insegna Iconografia teatrale all’Università di Bologna e Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa all’Università di Padova. È ricercatrice, critica militante e curatrice indipendente. La sua ricerca si muove nell’ambito dell’iconografia applicata, delle culture della rappresentazione, dell’estetica teatrale contemporanea. Autrice di diversi saggi e articoli in rivista, tradotti nelle principali lingue straniere, ha recentemente pubblicato il volume Essere artista. Eleonora Duse e Yvette Guilbert: storia di un’amicizia (2018).


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