Le mie vite nel Terzo Teatro

Differenza, mestiere, rivolta

di Eugenio Barba
a cura di Lluís Masgrau

Collana Duepunti, n. 83
ISBN 978-88-7470-977-9

2023

pp. 500 (con 51 immagini in BN)

Questa autobiografia professionale ricostituisce con completezza la ricerca del senso di una missione creativa vissuta come mestiere, ma anche come differenza e rivolta.

PROFILO DELL’OPERA

Eugenio Barba è uno dei grandi maestri del teatro del Novecento. Sono molti i libri scritti da lui sin dal 1962 e, ancor di più e nelle lingue più disparate, i saggi sulla sua lunga esperienza di fondatore e regista dell’Odin Teatret, di teorico e animatore di un nuovo teatro di gruppo, terzo rispetto alle forme più convenzionali di azione e organizzazione. A quasi sessant’anni dalla creazione dell’Odin Teatret, che ha concentrato esperienze tecniche e artistiche globali, fra Occidente e Oriente, finalizzandole a spettacoli leggendari e ad audaci esperienze e ricerche antropologiche, Le mie vite nel Terzo Teatro è il grande libro della sintesi.
L’essenziale interrogativo sul quale si è fissato l’impegno di Barba – perché fare teatro? – è qui esplorato in tutta la sua complessità. Ma un principio fermo guida l’interrogazione: un teatro vale solo se si trascende, se cerca il suo valore provando a liberarsi della sua scontata funzione di teatro.

L’AUTORE

Eugenio Barba (Gallipoli, 1936) è fra gli artisti che hanno profondamente segnato la storia del teatro del secondo ’900. Nel 1964 fonda l’Odin Teatret che, in quasi sessant’anni di attività, è divenuto una leggenda del teatro contemporaneo. Fino ad oggi ha messo in scena 83 spettacoli con l’Odin Teatret e con l’ensemble interculturale Theatrum Mundi. Nel 1979 fonda l’International School of Theatre Anthropology (ISTA), un laboratorio itinerante di studi comparati sui princìpi della tecnica dell’attore, dando il nome di antropologia teatrale a questo campo di studi. Barba ha pubblicato numerosi libri e saggi teorici tradotti in una trentina di lingue. Nel 2020 istituisce la Fondazione Barba Varley insieme all’attrice Julia Varley con lo scopo di sostenere i “senza nome”, persone nel teatro e fuori che operano in situazioni di svantaggiate. Ha donato la sua biblioteca e la sua eredità artistica alla Regione Puglia che promuove il suo progetto Living Archive Floating Islands (LAFLIS) installato presso la Biblioteca Bernardini di Lecce. Per le Edizioni di Pagina ha pubblicato: L’arte segreta dell’attore (2011), Teatro. Solitudine, mestiere, rivolta (2014), I cinque continenti del teatro (2017), La corsa dei contrari (2019).


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