Le guerre del Signore (Milḥamot ha-Šem)

di Gersonide (Lewi ben Geršom)
a cura di Roberto Gatti

Collana Biblioteca filosofica di Quaestio, n. 15
ISBN 978-88-7470-146-9

2011

Tomo primo pp. 498
Tomo secondo pp. 622

Un testo fondamentale nella storia del pensiero ebraico

PROFILO DELL’OPERA

Composta tra il 1317 e il 1329, l’opera che qui viene tradotta per la prima volta in italiano è il capolavoro del filosofo provenzale Lewi ben Geršom (Gersonide, 1288-1344), la figura più significativa del pensiero ebraico aristotelico dopo Maimonide. Le guerre del Signore costituiscono una vera e propria summa dei principali temi della speculazione medievale, affrontati da una prospettiva rigorosamente filosofica ma fedele al tempo stesso agli insegnamenti sapienziali della propria tradizione religiosa, in una sorta di ‘armonia prestabilita’ tra la filosofia e la Torah. I temi affrontati spaziano dalla polemica contro lo stile di scrittura esoterica di Maimonide e dalla questione dell’immortalità individuale dell’anima fino all’analisi delle forme non-razionali della conoscenza umana (sogno, divinazione e profezia), al problema della teodicea e della conoscenza divina dei futuri contingenti, per arrivare all’elaborazione di una visione del cosmo in cui dati astronomici e astrologici si compongono in un grandioso affresco cosmologico, al cui interno viene impostato e finalmente risolto il problema della dimostrazione razionale della creazione dell’universo. In questa traduzione il testo ebraico è stato ricostruito sulla base della editio princeps dell’opera (1560), collazionata con tre autorevoli manoscritti, le cui varianti vengono puntualmente registrate nelle note a pie’ di pagina della traduzione. Lo stile argomentativamente ‘lento’ dell’opera ne fa un testo fondamentale nella storia del pensiero ebraico e uno strumento indispensabile per verificare quale status abbia avuto in età medievale la filosofia, concepita da Gersonide come un discorso argomentativo pubblicamente ‘falsificabile’ da condursi in un confronto serrato con i testi di Maimonide, Averroè e Aristotele.

CURATORE

Roberto Gatti ha trascorso diversi periodi di studio presso la Hebrew University of Jerusalem ed è attualmente docente di filosofia e storia in un liceo di Asti. Si è occupato delle fonti del neoplatonismo ebraico di Shelomoh ibn Gabirol (di cui ha pubblicato l’edizione critica del testo ebraico del Meqorḥayyîm, Genova 2001), del tema della scrittura esoterica nei testi della filosofia ebraica medievale alla luce delle posizioni di Leo Strauss (Ermeneutica e filosofia. Introduzione al pensiero ebraico medioevale, Genova 2003) e del problema della creatio ab aeterno nel medioevo filosofico latino ed ebraico (Be-re’šit. Interpretazioni filosofiche della creazione nel Medioevo ebraico e latino, Genova 2005). Ha pubblicato inoltre diversi studi di storia del pensiero ebraico in riviste e libri italiani e stranieri. Attualmente lavora sulle problematiche dell’intelletto e della felicità mentale in Averroè e in Gersonide.


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