Čechov, la sofferenza delle donne

di Roberto Alonge

Collana Duepunti, n. 88
ISBN 979-12-5609-012-9

2024

148

I 4 capolavori teatrali di Čechov in un close reading provocatorio e intrigante che si legge con leggerezza, come fosse un racconto.

PROFILO DELL’OPERA

Un Čechov femminista a sua insaputa che, attraverso i suoi quattro capolavori teatrali composti fra il 1895 e il 1903, canta la progressiva liberazione della donna dalla violenza maschile. Nel primo dramma (Il gabbiano) il rifiuto – a quattro voci – della funzione generatrice della donna. Da quel momento in avanti, solo donne che inseguono il proprio desiderio. La Elena di Zio Vanja è svelta a riconoscerlo ma fatica a sbarazzarsi di un corteggiatore sessualmente molesto. La Maša di Tre sorelle, invece, il suo desiderio lo cova da quattro anni di un infelice matrimonio, ed è fulminea a conquistarsi l’uomo del suo cuore e dei suoi sensi, senza nessun imbarazzo nei confronti dello squallido marito. La Ljubov’ del Giardino dei ciliegi, infine, conclude la lunga marcia splendidamente sola. Di uomini ne ha avuti, forse persino troppi, ma sono alle sue spalle: li ha dissipati come ha dissipato i rubli del proprio patrimonio. È la più scandalosa delle eroine čechoviane, la più libertina, ma non conosciamo nulla del suo eros; percepiamo benissimo la brama carnale di Elena e di Maša, ma Ljubov’ ci depista e quasi ci sbeffeggia con il suo profilo di crocerossina, di infermiera devota a un maschio egoista e crudele. Rispettiamo tuttavia la sottile perversione masochista che intuiamo in lei, testimonianza di una donna definitivamente affrancata da ogni subalternità, a figli fratelli mariti parenti, alla morale e alle istituzioni.

L’AUTORE

Roberto Alonge ha insegnato per quarant’anni Storia del Teatro all’Università di Torino, dove ha promosso la costituzione del corso di laurea in DAMS. Nel primo decennio della quiescenza ha tenuto, presso il Dipartimento di Lingue Moderne della stessa Università, gli insegnamenti di Lingue e letterature nordiche e di Letterature comparate. Ha scritto oltre una trentina di libri, pubblicati dai principali editori italiani, oltre a un pamphlet intitolato Asini calzati e vestiti. Lo sfascio della scuola e dell’Università dal ’68 a oggi (2005). I suoi ultimi libri sono: Discesa nell’inferno familiare. Angosce e ossessioni nel teatro di Pirandello (2018) e, per le Edizioni di Pagina, Dacci oggi il nostro desiderio quotidiano (2021) e Rinascimento torbido e malioso. Il teatro del Cinquecento (2024). Ha diretto, insieme a Guido Davico Bonino, i quattro volumi della Storia del teatro moderno e contemporaneo (2000-2003) e dirige con Franco Perrelli la rivista teatrale «Il castello di Elsinore» che ha fondato nel 1988.


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